MILANO
SPAGNOLA E
ILLUMINISTICA
MILANO
CAPITALE E
RISORGIMENTALE *
MILANO
ITALIANA
MILANO
IERI E OGGI

* Lo sviluppo urbanistico dei due periodi storici è simboleggiato nelle due tavole di unione
dalla somma dei due colori ivi rappresentati.

Milano, pur situata in luogo piano e aperto, rimase per molto tempo ancorata alla sua struttura monocentrica, malgrado una serie di febbrili attività di distruzione e ricostruzione dovute ali’enorme ragnatela in essa costruita, come abbiamo visto, secondo il piano Beruto del 1884. Dopo la guerra 1915-18, in seguito ad una massiccia ripresa edilizia, oltre che per l’indispensabile organizzazione dell’espansione cittadina dovuta ai problemi sorti in seguito all’aggregazione di piccoli comuni limitrofi uno nel 1918, ben undici nel 1923 - Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno, Vigentino, che già di fatto erano compresi nella sfera della metropoli, l’amministrazione comunale dovette affrontare un nuovo studio generale di piano regolatore. Si era, infatti, riproposta urgente una originale soluzione urbanistica volta a creare un organismo diverso in una dimensione più ampia, che richiedeva trasformazioni nella zona centrale dovute all’intensificarsi della circolazione, al risanamento di vecchi edifici e alle prevedibili esigenze di una rete metropolitana e una differente disposizione ed estensione nei nuclei periferici. Anche l’interpretazione della città cambiava, unitamente al nesso tra " ordine urbano e ordine edilizio " e l’area centrale era definitivamente costruita come luogo delle funzioni rappresentative e terziarie. Soltanto nel 1934, dopo sei anni di studi, si riuscl a varare un ennesimo piano regolatore dovuto a Cesare Albertini. Il piano radiocentrico vedeva la città senza una organizzazione urbanistica, ormai ritenuta da tutti indispensabile: esso lasciò così Milano negli stessi problemi dei piani precedenti, problemi che ne ostacolarono anche i successivi ampliamenti. Tra il 1938 e il 1945 una commissione cercò di rielaborare lo schema su nuove basi - e in parte anche vi riusci - ma esso non ebbe però seguito a causa delle note vicende di guerra. Dopo il secondo conflitto mondiale, Milano, colpita e parzialmente demolita - quattromila case distrutte, molte migliaia gravemente danneggiate - si presentava - nel contesto della sua storia, contemporanea alla realtà socio-economica del paese - come una strana città moderna, con molte imperfezioni e proporzioni non felici nella rete stradale e nelle compagini edilizie. Il piano regolatore del 1953, che, scaturito dalla reazione agli errori del passato, tentò di dare forma organica alla città, più aperta e più libera, proiettata nella regione lombarda, ebbe il suo epilogo significativo nella vicenda del Centro direzionale, dotato di grattacieli. Per arginare l’espansione incontrollata di questi ultimi anni verso zone periferiche sempre più esterne e la rapida diffusione delle attività terziarie che hanno saturato le zone centrali, si sono adottate varianti al piano del 1953 nel 1976 - definitivamente approvate nel 1980 - varianti che vogliono essere soltanto dei correttivi parziali, estranei a progetti innovatori complessivi per la sistemazione urbanistica. Quanto ai trasporti cittadini la Metropolitana, - con due linee, di complessivi km 31,860, ha compiuto nel 1980 i venticinque anni di vita.




mappa illustrata 800x600