Carta prospettica di G.B. Bonacina del 1699.

La carta non si discosta molto dalla precedente della quale riproduce sostanzialmente il medesimo impianto planimetrico e topografico. Ben evidenziati sono i due corsi del Naviglio Grande e della Martesana, con l’ultimo tratto di collegamento di quest’ultimo con la Cerchia dei Navigli, dove erano sorte, sul finire del 1400, le Conche dell’Incoronata e di San Marco che consentivano ai natanti provenienti dall’Adda di raggiungere il Tombone di San Marco, uno dei tre terminal, gli altri erano il Laghetto di Sant’Eustorgio ed il Laghetto di Santo Stefano, del sistema navigabile milanese. In modo altrettanto chiaro appare tracciato per la prima volta lo sbocco del Naviglio Grande al Laghetto di Sant’Eustorgio che diventerà successivamente, dopo opportuni adattamenti, la Darsena di Porta Ticinese. Ultima presenza idraulica che si vuole ricordare è quella rappresentata dal corso della Vettabbia, che usciva dalla Cerchia dei Navigli all’altezza dell’attuale Via della Chiusa per continuare il suo corso verso Sud-Ovest. Essa fungeva da scaricatore della Cerchia Interna suddetta mediante un’apposita chiusa, da qui il nome dato alla via, che veniva aperta durante i periodi di sciutta necessari per la pulizia dell’ex canale di difesa. Detta chiusa, in collaborazione con analoga posta al disotto del Laghetto di Sant’Eustorgio permetteva, finchè non venne costruita la Conca di Viarenna, il trasbordo dei natanti dal Naviglio Grande alla Cerchia Interna, superando l’esistente dislivello tra i peli liquidi dei due canali e consentendo così di raggiungere il Laghetto di Santo Stefano dove venivano scaricati i blocchi di marmo provenienti da Candoglia utilizzati nella costruzione del Duomo.