Gli uomini non vivono
di solo pane, anche di simboli e riti in grado di sintetizzare i loro
ideali, la loro tensione morale, le loro passioni civili e religiose.
Il Carroccio era nel medioevo uno di questi simboli.
La sua presenza incitava i soldati nella battaglie più aspre,
raccoglieva e dava conforto ai feriti, fungeva da riferimento nelle
varie fasi del combattimento. Lo storico mezzo, divenuto famoso con
la battaglia di Legnano, era posseduto da tutte le città lombarde
fin dallVIII secolo e consisteva in un ampio carro trainato da
una o più coppie di buoi. Il pianale, coperto da un grande tappeto,
portava un altare in legno sul quale si celebrava la santa Messa. Alla
sommità del palo, stava la "martinella": la campana
che chiamava a raccolta i combattenti. Tuttattorno il Carroccio
era difeso dai migliori capitani e soldati della milizia perché
esso rappresentava la dignità e lonore del Comune. Perdere
il Carroccio in battaglia significava perdere la bandiera, la propria
libertà di cittadini e, molto spesso, la stessa battaglia. Dal
sacro carro il comandante impartiva ordini alle truppe mediante gli
squilli di tromba emessi da un trombettiere. Ogni segnale aveva un significato:
avanzare sulla destra o sulla sinistra, caricare, ripiegare, ritirarsi
. Ripristinato dal vescovo Ariberto dInatimiano (1018), che come
in uso a quei tempi ricopriva anche la carica di autorità civile,
il Carroccio venne usato nel 1030 contro limperatore Corrado (padre
di Enrico III), per mantenere lindipendenza religiosa e politica
di Milano. Dopo la morte di Intimiano (1045), Milano vide la fine della
signoria feudal-religiosa e iniziò la reggenza dei "Consoli".
Toccherà a loro attrezzare il Carroccio per la battaglia contro
il Barbarossa il 29 Maggio 1176.